FENAPRO - FEDERAZIONE NAZIONALE PROFUMIERI
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MILANO E POI PADOVA, BOLOGNA, ROMA, GENOVA.... LA MACCHINA DI BEAUTY COACH E' ORMAI RODATA E VIAGGIA SEMPRE PIU' VELOCE.

Riassumiamo velocemente l’idea originaria: fare un tour dell’Italia, individuando i centri logisticamente più strategici, per diffondere ‘il verbo’ di Beauty Coach, cioè un modo ‘altro’ di fare formazione, che non intende certo sostituirsi a quella che già c’è, e che funziona, ma che nasce per essere complementare ad essa, stimolando i partecipanti, dunque chi lavora in profumeria ed è a contatto quotidiano con il pubblico, a riflessioni più a 360° sul mondo con cui ci si confronta e sulle, inevitabili, ripercussioni che stimoli, tendenze, nuove tecnologie, hanno sul consumatore, che di questi stimoli-tendenze-nuove tecnologie è l’inevitabile prodotto.

 

Siamo Pronti per affrontare con nuove armi (e unghie più affilate) il consumatore che verrà? Anzi, il consumatore che è già venuto, che ha bussato e bussa alla porta della vostra profumeria, talvolta disorientandovi, talvolta (sempre più spesso) mettendovi alla prova?

 

PRIMA CHE FUTURI BC VOI SIETE CONSUMATORI!

 

Tra gli stimoli delle prime due giornate pilota, condotte da Alessia Zuzio (Milano) e Pierpaolo Pessina (Padova) della Shackleton Consulting alcuni spunti da ricordare, senz’altro.


Il primo, più che uno stimolo, una considerazione lapalissiana, di cui troppo spesso, però, ci si dimentica: anche chi lavora in profumeria è prima di tutto cliente e, quindi, consumatori. Frequenta negozi. Ci entra e acquista. Oppure, ci entra, e così come ci è entrato, esce. Per varie ragioni. Perché l’assortimento non era di suo gusto, perché la persona che gli si è avvicinata per aiutarlo non è piaciuta, perché il negozio ha deluso le sue aspettative....

 

Partendo da questo spunto: “E tu come cliente? Qual è il tuo rapporto con lo shopping?” Alessia e Pierpaolo hanno aperto la giornata di formazione, stimolando un confronto molto proficuo con i partecipanti.

 

Ciò che è emerso, è un fatto incontrovertibile: da clienti, desideriamo tutti le stesse cose: cioè un negozio accogliente stimolante, un assortimento sorprendente, una persona che ci affianchi nell’acquisto, coinvolgendoci e consigliandoci nel modo giusto. 

 

Ciò che tutti chiediamo, vogliamo, e si rende sempre più necessaria è una shopping experience’, un’esperienza di shopping. Perché il prodotto in sé non basta più, visto che lo stesso prodotto – il cosmetico, nel nostro caso – lo si trova ormai ovunque: in profumeria, ma anche in farmacia, nei drugstore, nei negozi monomarca, su Internet, nella GDO, nel porta a porta, in televisione… può bastare?

 

Quindi, di vuole altro.

 

Ci vuole un "shock emotivo", la bella impressione che si lascia alla cliente che esce dal negozio dopo aver acquistato qualcosa, e che poi ci ritornerà, con molte probabilità, visto che lo stato di benessere e positività che ha provato. E per creare una shopping experience che funzioni, bisogna lavorare sul personale di vendita e sul punto vendita.

 

"Occorre riflettere su questo punto: “Apple con i suoi negozi così coinvolgenti crea ingressi e non scontrini. Però, una cosa è certa: tra tutti coloro che sono entrati e basta, la volta dopo ci sarà qualcuno che tornerà per acquistare”.

 

La riflessione di Pierpaolo Pessina, colpisce nel segno. È così.

 

E le nostre vendeuses lavorano per OBIETTIVI? Altro stimolo.

 

"Esse/i sono un/una futura beauty coach da 200 mila euro l’anno? O da 250 mila? Magari da 300 mila? Lavorano per obiettivi? Quanti scontrini battono ogni giorno? Qual'è la media valore per scontrino? E quanti i pezzi? Come fanno a sapere quanto valgono i loro sforzi? Una buona visione aiuta anche a fissare obiettivi da raggiungere, essere consapevoli, aiuta a migliorarsi. La pianificazione per obiettivi è possibile solo se la squadra di lavoro conosce i numeri”.  Una riflessione, questa di Pessina, da girare ai titolari, perché condividano numeri e obiettivi con il loro personale.

 

Al personale di vendita, invece, ne arriva un altro, di Alessia Zuzio:


“Alla fine di ogni giornata, le vendeuse devono guardare quanti scontrini hanno "prodotto" e fare un calcolo di quanto ammontano nel complesso; devono analizzare anche la media scontrino. E’ un investimento di tempo minimo, che consente di migliorarsi”. Perché, la consapevolezza fa crescere.

 

  • SE LA PROFUMERIA DIVENTA UN SISTEMA ORGANIZZATO DOVE SI DANNO INDICAZIONI CONDIVISE E SI LAVORA PER OBIETTIVI (MAGARI INTRODUCENDO PER IL PERSONALE UN SISTEMA PREMIANTE), LE COSE NON POTRANNO CHE MIGLIORARE!
  • VA INDIVIDUATO UN APPROCCIO DIVERSO E STRUTTURATO PER OGNI DIVERSA TIPOLOGIA DI CLIENTE. STRUTTURARE SRATEGIE DI MASSIMA COMUNI; DUNQUE, UN SISTEMA CODIFICATO DI CONSIGLIO, PER LE PRIME TRE DIVERSE CATEGORIE DI CLIENTI CHE FREQUENTANO IL PUNTO VENDITA, E’ GIA’ UN BUON INIZIO”. 
  • LA FARMACIA HA MEDIAMENTE 240 INGRESSI AL GIORNO, LA PROFUMERIA SOLTANTO 30. UN FARMACISTA HA CIRCA 3 MINUTI A DISPOSIZIONE PER SERVIRE OGNI CLIENTE, UN PROFUMIERE MEZZ’ORA".

 

 

IN MEZZ’ORA SI PUO' RENDERE LA SHOPPING EXPERIENCE DEL PROPRIO CLIENTE STRAORDINARIA !!!

 

 

 

MILANO

 

 

 

PADOVA

 

 

BOLOGNA

 

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